La letteratura psicologica definisce l’adolescenza come quella “peculiare fase della vita umana che caratterizza il passaggio dall’infanzia all’età adulta, durante la quale si verificano una serie di cambiamenti radicali”.
Aree di cambiamento e discontinuità
I cambiamenti che caratterizzano l’adolescenza, una fase della vita che intercorre tra i 13 e i 19 anni di età (con alcune differenze individuali), avvengono in svariate aree: fisico, fisiologico, emotivo, affettivo-relazionale, comportamentale, identitario, cognitivo, etico e morale.
Corpo, sessualità ed emozioni
Altezza, peso, modifiche nel timbro della voce, dimensioni e proporzioni di alcune parti del corpo, così come la comparsa dei caratteri sessuali secondari e il raggiungimento della maturità riproduttiva sono solo alcuni dei cambiamenti “visibili” che coinvolgono gli adolescenti.
Le trasformazioni fisiche sono molto veloci mentre la loro comprensione, accettazione e assimilazione all’interno del proprio schema corporeo richiede tempo: all’interno di questa finestra temporale i ragazzi possono sentirsi impotenti, impreparati, confusi, disorientati. I molteplici vissuti negativi che possono insorgere, inoltre, spesso impattano sull’autostima e sul processo di costruzione ed acquisizione dell’identità, anche a causa del fisiologico confronto con i pari e con i modelli estetici proposti dai media, che non tengono conto delle differenze individuali nelle tempistiche di maturazione di ognuno.
L’abbandono del corpo infantile non riguarda solo le caratteristiche anatomiche esterne, ma implica anche significative modifiche ormonali che si esprimono in una forte pulsionalità (sessuale ed aggressiva) da un lato, e in repentine ed intense oscillazioni emotive dall’altro, contribuendo a rinforzare il potenziale di disagio che caratterizza questa fase della vita. Il corpo sessuato spaventa ma anche incuriosisce, due emozioni che portano l’adolescente a collocarsi all’interno di un continuum che va dall’estremo del ritiro a quello dell’iperinvestimento sessuale. L’esplorazione porta con sè svariate tematiche di inadeguatezza e timori (“non sono normale”, “non sono capace”) e, quando assecondata, viene spesso maggiormente dettata dal desiderio di mettersi alla prova che da una genuina reciprocità nella relazione o da un vero sentimento.
Cognizione, etica e morale
Diventare adolescente significa anche iniziare a sviluppare capacità di pensiero astratto, vagliare diverse ipotesi senza fermarsi alla prima intuizione e prevedere le conseguenze dei propri comportamenti e delle proprie scelte. Queste abilità possono essere presenti già prima dei dieci anni, ma è tendenzialmente dopo i dodici che l’individuo prende piena consapevolezza delle proprie competenze cognitive, le apprezza, le valorizza e le utilizza per muoversi nel mondo. Le emergenti capacità di pensiero critico permettono ai giovani di considerare punti di vista diversi dai propri, di superare l’”egocentrismo” dell’infanzia, e di conseguenza di migliorare la qualità delle proprie relazioni interpersonali. Lo sviluppo progressivo del pensiero flessibile, accanto alla spinta evolutiva a responsabilizzarsi, consente inoltre agli adolescenti di iniziare ad immaginare il proprio futuro adulto e la progettualità ad esso correlata, ad esempio nelle scelte accademiche e/o professionali.
Tutte queste competenze “in costruzione” vanno inoltre ad impattare sullo sviluppo morale dei ragazzi: a questa età il giudizio morale si fonda sui valori della lealtà, dell’altruismo, del rispetto, della bontà e della fiducia. Non sorprende, dunque, che molti ragazzi – pur consapevoli di stare violando le norme – non rispettino le regole per aiutare gli amici in difficoltà!
Solo successivamente, approdando alla giovane età adulta, la morale si fonderà sulla comprensione dell’ordine sociale, sul dovere e sulla giustizia “senza eccezioni”.
Relazioni: famiglia e amici
Tutti i cambiamenti che interessano l’adolescente si ripercuotono all’interno del contesto famigliare. Il ragazzo si trova a dover fronteggiare il conflitto tra il bisogno di dipendere ancora dai genitori e la spinta evolutiva a guadagnarsi la propria autonomia, esitando in comportamenti in alternanza tra quelli più tipicamente infantili e quelli più ascrivibili all’adultità. La spinta all’autonomia può portare l’adolescente a mettere in discussione idee e valori famigliari attraverso scelte e movimenti emancipativi (fino ad arrivare ad esplicite “sfide”) che possono talvolta spaventare i genitori.
Compito della famiglia, in questa fase, è quella di esercitare una doppia funzione: da un lato deve garantire al figlio la protezione, l’accudimento (e i limiti) di cui ancora necessita; dall’altro deve comprendere e incoraggiare la separazione quale primo passo per la costruzione della sua identità ed individualità.
La ricerca del conflitto da parte dell’adolescente, in questo momento, rappresenta un allenamento alle abilità sociali richieste dal “nuovo mondo adulto” che lo aspetta: è per questo motivo che la famiglia ha il compito di esercitare capacità di ascolto, comunicazione, negoziazione, flessibilità e ricerca di compromesso.
Non basta, tuttavia, separarsi dalla famiglia per poter diventare grandi e costruire la propria identità: è parimenti fondamentale l’investimento nel “mondo fuori”, che nel caso dell’adolescente è rappresentato dal mondo dei pari. Anche le relazioni con i coetanei, infatti, si trasformano: gli amici non sono più solo compagni di giochi ma diventano degli interlocutori con cui confidarsi, confrontarsi, allenare le proprie capacità di pensiero astratto, mettersi in discussione, rivedere e costruire le proprie posizioni etiche e morali.
Aumenta l’esigenza di sentirsi parte di un gruppo (quale prima sperimentazione dell’appartenenza alla comunità in età adulta) con cui trascorrere il tempo libero, condividere i propri interessi ed esperienze, paure, dubbi. Per la prima volta il ragazzo ha la facoltà di scegliere i propri compagni (differentemente che a scuola o nelle squadre sportive) sulla base di affinità caratteriali o passioni comuni, che svolgono un ruolo fondamentale nel rinforzo all’autostima e nel plasmare la propria identità. L’adolescente nel gruppo esplora se stesso e gli altri, scopre e soddisfa la propria curiosità; porta parti di sè e assorbe parti degli altri, colleziona i pezzi del puzzle che, una volta assemblato, rappresenterà il proprio Sè adulto.
Identità
La risoluzione del conflitto tra il bisogno di dipendenza e la spinta all’autonomia dai genitori si accompagna ad un altro fondamentale compito evolutivo dell’adolescente: quello della costruzione della propria identità.
Tutte le trasformazioni che coinvolgono il ragazzo lo portano infatti a modificare l’immagine che ha di se stesso e al contempo a confrontarsi con l’immagine che gli altri hanno di lui: dal dialogo tra queste due dinamiche – e dalla loro interiorizzazione – nascerà un’immagine di sè integrata.
..Come? Ve ne parliamo in modo approfondito QUI!